In mediata mente


Gli studenti delle scuole di giornalismo scrivono alla Fnsi (o almeno ci provano)

Torno a scrivere su questo blog nel tentativo di diffondere un’iniziativa degli studenti delle scuole di giornalismo (di cui faccio parte).

Nei due anni di scuola sono previsti (e obbligatori secondo le norme dell’ OdG) quattro mesi di stage per potersi vedere riconosciuto il praticantato e per poter accedere all’esame da professionisti. Al di là delle considerazioni sul giornalismo, sull’esistenza di un Ordine e delle scuole di giornalismo. Ormai,  però, è l’unico modo per diventare giornalisti per chi non ha contatti all’interno delle redazioni. Peccato che, con la scusa dello stato di crisi, molte aziende stiano annullando gli stage (ripeto, obbligatori), a volte anche pochi giorni prima del loro inizio.

E’ nato così un gruppo su Facebook in cui confrontarsi e provare, tutti insieme, a dire la nostra.  Cito dalla descrizione del gruppo: “Le scuole ci hanno selezionato in modo meritocratico, attraverso esami e curricula. In due anni abbiamo imparato a dare una notizia con tutti i mezzi informativi, dal blog alla radio, dal servizio televisivo al semplice cartaceo. Dei circa 1400 che ogni anno superano l’esame di Stato, solo il 20% proviene dalle scuole di giornalismo. E’ evidente quindi che non rubiamo il mestiere a nessuno, non siamo una minaccia, ma come gli altri ci battiamo e studiamo (2 anni!!) per diventare professionisti. Eppure siamo considerati giornalisti di serie b, senza alcuna tutela. E’ ora di contarci e far valere i nostri diritti. L’informazione è un bene comune e come tale va protetta”

Ne è nata una lettera al segretario della Fnsi, Franco Siddi, che voglio pubblicare:

Comunicato degli allievi delle Scuole Superiori di Giornalismo uniti

Gli allievi delle Scuole superiori di giornalismo d’Italia vogliono far sentire la loro voce sui recenti avvenimenti che hanno colpito la possibilità per molti di noi di svolgere gli stage formativi previsti nei programmi delle Scuole.
In seguito alla comunicazione del segretario Fnsi Franco Siddi del 27 aprile u.s. alcune redazioni, con le quali erano stati presi accordi per lo svolgimento dei nostri stage, hanno comunicato in data 29 aprile – dunque pochi giorni prima che iniziassero i tirocini – l’annullamento dei medesimi. Abbiamo deciso quindi di unirci per esporre la nostra posizione in merito e nel giro di pochi giorni abbiamo raccolto più di 300 adesioni (con il gruppo su Facebook http://snipurl.com/w07hl), coinvolgendo gli allievi di 9 scuole.
Allo stato attuale decine di studenti hanno visto i propri stage sfumare all’ultimo minuto e devono quindi cercare in fretta altre destinazioni. Poiché tutto il settore dell’editoria è in difficoltà e le opzioni, se si escludono le aziende in stato di crisi, sono veramente poche, mancano le alternative. Altri ancora aspettano di capire se questo nodo si scioglierà e quando.
Di fatto, il comunicato dell’esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (prot. n. 1756 del 30.04.2010), sottolinea che l’allegato D del Contratto nazionale siglato dall’Fnsi parla di “borsisti allievi”, fattispecie che non tocca gli allievi delle Scuole di giornalismo, in quanto non titolari di borse di studio.
Inoltre lo stesso Ordine dei giornalisti, al quale anche noi allievi siamo iscritti come praticanti, ha deliberato il 9 febbraio di quest’anno una deroga al divieto di stage nelle aziende in stato di crisi (presente nel quadro di indirizzi per le scuole riconosciute dall’Ordine), in ragione del massiccio uso che di quest’ultimo strumento è stato fatto da parte delle aziende editoriali italiane.
Non sussistono più, a nostro giudizio e in base a quanto sopra esposto, impedimenti di tipo contrattuale né legale alla possibilità per le aziende di accettare stagisti anche se in stato di crisi. Riconosciamo che la possibilità o meno di accettare stagisti è legata al contenuto degli accordi per la concessione dello stato di crisi, ma riteniamo che il sindacato abbia la possibilità di sciogliere la questione in senso positivo.
Le Scuole di giornalismo sono state promosse come il principale canale d’accesso alla professione e in tal senso si è espresso anche il progetto di riforma dell’Ordine approvato a Positano. Il blocco degli accessi agli stage, di fatto, vanifica tutti i passi fin qui fatti in quella direzione.
Come giornalisti e come universitari crediamo che l’attuale fase di profonda crisi dell’editoria non possa sfociare in un gioco al massacro tra precari attuali e futuri e tra colleghi costretti al pre-pensionamento. Una divisione forse funzionale agli interessi degli editori, ma che certo non è accettabile per la dignità della nostra categoria professionale.
Auspichiamo che si tenga conto di queste osservazioni quando discuterete del nostro futuro prossimo in sedi nelle quali noi non saremo rappresentati. Speriamo soprattutto che quanto accaduto in queste settimane non si ripeta più, che siano chiari i termini entro i quali è possibile per le Scuole organizzare gli stage.

Adesioni

Master in giornalismo dell’Università di Bari

Clemente Calabrese; Erika Jessica Tomasicchio; Francesco Clemente.

Scuola Superiore di giornalismo di Bologna “Ilaria Alpi”

Gerardo Adinolfi; Enrico Agnessi; Giuseppe Asta; Enrico Bandini; Luca Bortolotti; Francesca Bussi; Francesca De Benedetti; Rosario Di Raimondo; Jacopo Frenquellucci; Mauro Giordano; Gabriele Girolamini; Matteo Innocenti; Antonio Leggieri; Gabriele Lippi; Elisa Lorenzini; Claudio Magliulo; Elena Montano; Vittorio Morisco; Stefania Persico; Antonella Rossi; Antonella Salini; Ludovica Scaletti; Benedetta Sironi; Giovanni Stinco; Umberto Triolo ; Giulia Zaccariello; Sara Zuccoli.

Master in giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Raffaele Buscami; Francesco Cremonesi ; Tiziana De Giorgio; Viviana D’Introno ; Fabio Di Todaro; Tatiana Donno ; Roberto Dupplicato; Ivica Graziani ; Floriana Liuni; Pierfrancesco Loreto; Alessia Lucchese; Daniela Maggi; Daniele Monaco; Michela Nana; Cinzia Petito; Alessia Scurati; Andrea Torrente; Roberto Usai; Cesare Canotto; Vesna Zujovic; Fabrizio Aurilia; Giuditta Avellina; Chiara Avesani; Lorenzo Bagnoli; Valerio Bassan; Marco Billeci; Salvo Catalano; Dedionigi Giulia; Fabio Forlano; Carlotta Garancini; Andrea Legni ; Cristina Lonigro; Paolo Massa; Ambra Notari; Tancredi Palmeri; Simona Peverelli; Gregorio Romeo; Luigi Serenelli; Alessandro Socini; Enrico Turcato.

Master in giornalismo dell’Università degli studi di Milano

Andrea Riscassi (tutor); Abbiati Claudia; Ansaldo Giovanni; Belleri Daniele; Berberi Leonard; Berruto Gaia; Bini Flavio; Bonino Irene; Caspani Maria; Corica Alessandra; Corsi Margherita; Cremona Luciano; Di Lucchio Maurizio; d’Onofrio Goffredo; Falcini Dario; Franco Luigi; Maffini Francesca; Manfreda Fabio; Meucci Emanuela; Monzani Manuel; Muzio Matteo; Priori Federica; Rossi Luca; Savelli Fabio; Sgobba Antonio; Spotorno Valeria; Valeriano Valeria; Vicario Francesco; Viganò Sofia; Voglino Simona; Zolanetta Sara; Abo Abia Maghi; Bertelli Luca; Bonanno Vincenzo; Braghieri Marco; Campese Claudia; Caviglioli Rossana; Cinquemani Tommaso; Dal Monte Alessandra; Fantigrossi Isabella; Ferro Giorgia; Lana Alessio; Lorefice Sofia; Mariani Carlotta; Marzulli Marina; Monti Andrea; Orsingher Alessio; Pasqualino Ivano; Prosperi Francesca; Puglia Alessandro; Ravizza Valentina; Ricciardi Raffaele; Ronzoni Dario; Sarfatti Micol; Sclaunich Greta; Soave Irene; Tagariello Massimo; Trebeschi Matteo.

Master in giornalismo dell’Università Iulm di Milano

Jacopo D’Andrea; Michela Di Mario; Giovanni Felice; Domenico Ferrara; Salvatore Filippone; Alessia Gabrielli; Clarissa Gigante; Maria Rosaria Iovinella; Francesco Maddaloni; Sara Mariani; Emilio Mariotti; Francesca Martelli; Nicola Mercatelli; Manuela Messina; Sara Occhipinti; Maria Rosa Pavia; Gaetano Pecoraio; Gloria Riva; Carolina Saporiti; Valentina Sorci; Marco Subert; Tommaso Tafi; Salvatore Todaro; Tiziana Zaffino; Elisa Zanetti.

Scuola Superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” della LUISS Guido Carli di Roma

Andrea Andrei; Francesco Alfani; Chiara Aranci; Ida Artico; Roberta Casa; Giulia Cerasi; Marco Cicala; Lorenzo d’Albergo; Raffaele d’Ettorre; Ilaria Del Prete; Federica Ionta; Alessio Liverziani; Davide Maggiore; Marco Maimeri; Jacopo Matano; Enrico Messina; Vito Miraglia; Eloisa Moretti Clementi; Andrea Pala; Francesco Paolelli; Dario Parascandolo; Giacomo Perra; Stefano Petrelli; Irene Pugliese; Paolo Riva; Tommaso Rodano; Francesco Salvatore; Daniele Serio; Stefano Silvestre.

Master in Giornalismo della Università degli studi di Sassari

Michele Albini; Andrea Buzzoni; Antonella Brianda; Elisa Campus; Giusy Cantone; Antonello Chindemi; Michele Cocchiarella; Maria Luisa Farris; Francesco Frunzio; Lara Gargano; Rossella Maria Idini; Giovanni Mario Lai; Lorenzo Manunza; Davide Mosca; Antonio Muglia; Daniele Murino; Giuseppe Nicoletti; Francesca Puddu; Michele Salis; Anna Sanna; Antonella Sanna; Giuseppe Scarpa; Federica Scintu; Salvatore Taras; Pietro Tola; Federica Usai; Paolo Zuddas.

Master in giornalismo dell’Università di Torino

Matteo Acmè; Rebecca Borraccini; Giovanna Boglietti; Francesco Carbone; Alessia Cerantola; Giulia Delle piane; Andrea Giambartolomei; Bianca Mazzinghi; Manlio Melluso; Lorenzo Montanaro; Leopoldo Papi; Valerio Pierantozzi; Laua Preite; Elena Rosselli; Daniela Sala; Gaetano Veninata; Emanuele Satolli.

Istituto per la formazione al giornalismo dell’Università di Urbino

Lorenzo Allegroni; Giulia Agostinelli; Manuela Baldi; Claudia Banchelli; Chiara Battaglia; Giorgio Bernardini; Alice Cason; Simone Celli; Francesco Ciaraffo; Brunella Di Martino; Federico Dell’Aquila; Daniele Ferro; Matteo Finco; Annalice Furfari; Ylenia Mariani; Federico Maselli; Giorgio Mottola; Alberto Orsini; Ernesto Pagano, Giovanni Pasimeni; Emiliana Pontecorvo ; Luca Rossi; Silvia Saccomanno; Andrea Tempestini, Giulia Torbidoni; Veronica Ulivieri; Chiara Zappalà.


Pensieri (sparsi) dal convegno sul giornalismo digitale

Stasera ho partecipato a un convegno al Circolo della stampa di Milano sull’evoluzione digitale dell’informazione organizzato da Assodigitale.

Appena entrata mi ha stupito l’età del pubblico: su una cinquantina di persone gli under 30 (e forse anche gli under 40) non erano più di dieci…

Per il resto al di là di un paio di interventi con qualche spunto (micropagamenti e modello iTunes), credo che si sia parlato solo dei lati negativi di internet, dei nodi ambigui, anche con qualche inesattezza. Si è parlato di impoverimento della lingua (quando secondo me il web2.0 sta facendo riscoprire la scrittura), di anonimato e di blogger dipinti come diffamatori di professione (sto esagerando ovviamente, ma la sensazione che ho avuto è stata proprio che si facesse di tutta l’erba un fascio). Troppo spesso mi sembrava che il web equivalesse a Facebook, anche se sentire Franco Abruzzo dire che vive di internet non ha prezzo.

E, per riallacciarmi al post precedente, non si è parlato per nulla o quasi delle opportunità che internet dà al giornalismo, che deve ancora raccontare, verificando e  interpretando, ovvio, ma che può avere nello UGC una fonte interessante di notizie (magari iniziando a riconoscere qualcosa agli utenti che mettono il loro materiale a disposizione….). Forse, vista l’età media e la scarsa propensione, come è giusto che sia, ai nuovi media, sarebbe stato meglio proporre una versione più ottimistica di internet. Sempre senza negare problemi e ambiguità, ci mancherebbe.

Considerazioni di un’aspirante giornalista che non vede rivalità tra giornalismo tradizionale e nuovi media.


“Treno deragliato in Centrale, tre vagoni caduti”

La notizia parte da Twitter intorno alle 22,30: “Treno deragliato in Centrale, tre vagoni caduti”. Si scatena la corsa alla condivisione e tutti a chiedere conferma. Ma stavolta, a differenza di quanto è successo con il terremoto de L’Aquila, dopo un’ora i social media non bastano più. Tutti a cercare fonti ufficiali. Qualcuno dice che i giornalisti del Corriere sono in stazione. E allora tutti sul sito del Corriere. Poi è la volta dell’Ansa. Nulla.

Iniziano i sospetti che non sia vero, finchè un giornalista Rai, ancora in redazione, copia e incolla la prima agenzia, uscita solo a mezzanotte. Niente di grave, fortunatamente. Solo allora si placa la sete di notizie.

Al di là delle polemiche che sono scaturite successivamente sui social network sul perché gli organi di informazione siano arrivati solo un’ora e mezza dopo, è un altro il punto su cui riflettere. Qualcuno conosceva di persona chi ha diffuso la notizia e sapeva che la fonte era affidabile. Eppure finchè non è arrivata l’Ansa, molti erano scettici, se non sulla notizia in sé, quanto sulla sua effettiva gravità.

E’ la conferma che, soprattutto quando una notizia e così circoscritta che non coinvolge tanta gente, il citizen journalist ha ancora bisogno del journalist? E il journalist non potrebbe forse sfruttare meglio le possibilità che gli apre il citizen journalist? In questo caso forse bastava una telefonata per verificare la notizia e tranquillizzare i cittadini.


L’Aquila, 10 agosto 2009

L’Aquila è una città ferma alle 3,32 del 6 aprile scorso. Il cinema Massimo, sotto la scritta “Oggi”, ha la locandina di un film uscito a marzo. La zona rossa è totalmente disabitata, ma sono diversi i turisti che in silenzio guardano e fotografano quello che è rimasto degli edifici. Eppure il centro è un cantiere aperto. Gli unici rumori sono quelli prodotti dagli operai che cercano di ristrutturare il possibile. Le nuove porte della città sono le travi di legno e le impalcature metalliche che tengono in piedi quel poco de L’Aquila sopravvissuto al sisma. Una cupola di ferro sovrasta quella in pietra della Chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo.

A rendere silenziose le vie di questa città, i quasi 49mila sfollati ospitati dalla Protezione Civile nelle tendopoli della periferia e negli alberghi della regione. Il terremoto ha reso inagibile in parte o del tutto il 48% degli edifici civili e ben il 77% di quelli sotto la tutela dei Beni Artistici e Culturali.

Dopo quattro mesi da quel giorno, è terminato il conteggio degli sfollati che vivevano nella zona rossa o in case di categoria E o F – gravemente danneggiate o vicine a strutture pericolanti. Il censimento, conclusosi il 10 agosto, è stato necessario perché sono quasi finiti i primi 4 lotti del piano C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili). 20 edifici che verranno consegnati entro settembre e che alloggeranno circa 3000 persone. Il completamento del piano prevede la consegna entro la fine del 2009 di altri 144 edifici di 20-30 appartamenti ciascuno. I palazzi sono distribuiti in 19 aree, per un totale di 4000-4500 abitazioni che ospiteranno solo 15000 persone. Per questo i senzatetto potranno scegliere tra l’assegnazione dei nuovi appartamenti o l’alloggio in abitazioni in affitto nel comune de L’Aquila a spese dello Stato. Per chi preferirà trovare autonomamente una soluzione alternativa, inoltre, il Governo ha previsto un contributo adeguato.

Intanto la città resta ferma a quel giorno, senza ancora un progetto per il suo futuro. A ricordarlo sono le frasi lasciate dai proprietari dei negozi del centro, che, quasi a monito, salutano L’Aquila con un “Arrivederci…chissà dove”.

Reportage realizzato il 10 agosto insieme a Salvatore Filippone

Pubblicato su TGcom



sciopero


A Milano….

Milano allagata

Milano stamattina si è svegliata così


Conflitti: genere, postcolonialismo, politica, media

Seminario organizzato dall’Istituto di Comunicazione Iulm sui conflitti.

In diretta a cura dei ragazzi del Master in Giornalismo su http://www.westream.com/campus20


work in progressSee you soon


I ragazzi del Master in giornalismo Campus Multimedia (tra cui anche io ;oP) seguono i festeggiamenti per i 150 anni della Croce Rossa direttamente da Solferino dalla loro WEBTV